È oggettivo che il karting giovanile, per convenzione quello praticato dai ragazzi tra i 6 e i 12 anni, sia in crisi da oltre 10 anni. La crisi in questo segmento così ampio è evidenziata dal numero dei praticanti in costante diminuzione in tutte le classi Mini, nazionali e internazionali. Sempre meno piloti prendono parte alle competizioni e guardando anche alle categorie all’apparenza in salute come la Mini nella Serie WSK, che conta la media di 80 piloti al via, le analisi dei dati non sono per niente positive. Perché da una parte è vero che 80 piloti sono un dato rilevante, ma allo stesso tempo va detto che questi numeri nelle gare svolte in Italia sono raggiunti unendo partecipanti provenienti da ogni angolo della terra (dall’Asia al Sud America) e gli Italiani si contano sulle dita di una mano.
Considerato che le classi giovanili sono la base della piramide dei praticanti e rappresentano i piloti di domani, l’allarme è molto preoccupante. Ma forse non è ancora percepita nel modo corretto la gravità della situazione, visto che le Federazioni Nazionali e Internazionali stanno facendo così poco in questa direzione. I motivi di questa crisi sono tanti e uniti costituiscono un muro difficile da abbattere. Da una parte i giovani hanno anche meno predisposizione in generale per lo sport praticato, preferendo fin da piccolissimi intrattenimenti più virtuali. È vero che l’offerta di sport per i più giovani è sempre più vasta e il karting possiede qualche complicazione logistica in più di altri sport, ma il vero “nocciolo” della questione sono le barriere di natura economica e tecnica che tengono le famiglie lontano dal karting giovanile. Oggi allestire un budget per correre in una categoria Mini richiede qualche migliaio di euro a gara, ai quali vanno sommati i costi per gli allenamenti e le trasferte, divenute sempre più lunghe, dai 5 giorni di una gara WSK ai 4 di una gara nazionale. I costi tecnici sono legati ai materiali, ai motori, le gomme e soprattutto al compenso di un meccanico o di un team che, alzandosi in modo esponenziale il livello tecnico delle classi Mini, è diventato fondamentale. Senza parlare di eventuale spese anche per coach o telemetria, ormai dati per scontati nelle gare più importanti.
La Mini Briggs ha semplicemente preso ogni ostacolo, abbattendolo con una soluzione specifica. Facendo qualche esempio concreto, nella Mini Briggs il motore è piombato, semplice da gestire e non richiede revisioni per circa 100 ore di utilizzo in pista, così anche il genitore con un po’ di manualità può fare il meccanico al figlio. Ma soprattutto, la voce relativa alle spese di revisione e preparazione motore, è quasi inesistente. Anche sui costi di trasferta la Briggs grazie al suo format di gara in giornata unica è andata contro-corrente, limitando quindi costi di hotel e pasti fuori casa, oltre ad incidere meno su eventuali diarie del team e del meccanico. Il “concetto” di karting introdotto dalla serie Briggs è rivoluzionario da questo punto di vista, in quanto apre le proprie porte a una platea potenzialmente molto vasta. Questo dato lo si capisce quando si va a stilare il budget per una gara, o meglio per una stagione, constatando che le cifre da mettere a bilancio sono davvero irrisorie, rispetto a quanto richiesto per il karting delle classi nazionali. Detto questo, va detto anche che la Mini Briggs è una categoria performante quanto le varie classi Mini che esistono sul mercato, essendo i kart di potenza equivalente, oltre ad essere formativa in quanto si utilizza un telaio di ultima generazione con set-up libero.
Alle caratteristiche di natura tecnica, va anche aggiunta la struttura organizzativa del Campionato che, grazie alla regia di una azienda leader come CRG, offre servizi di alto livello come pista in esclusiva, premiazioni adeguate, cronometraggio con live timing, speaker ufficiale e tanti servizi di comunicazione, inclusa un’App dedicata, sempre con il comune denominatore del low cost. Queste premesse consentono di stimare una potenziale platea di nuovi piloti molto ampi,a a favore di tutto il movimento karting. La Mini Briggs, infatti, può essere un'ottima categoria entry level per mettere alla prova la passione dei bambini che, prima di tutto si devono divertire. Fatto il primo passo, poi tutte le strade possono essere intraprese: dal restare nel mondo Briggs, privilegiando l’aspetto ludico di questo sport, oppure cimentarsi anche in eventi più competitivi passando alle categoria superiori. Oggi non esiste sul mercato una categoria che possa offrire contenuti così validi come la Mini Briggs, per consentire ai più giovani di praticare in forma agonistica il karting.
Per saperne di più su tale categoria è possibile contattare per un test uno dei team ufficiali (lista completa sul sito ufficiale) oppure scrivere al servizio clienti Briggs: info@briggskartchampionship.com